MASSIMO VOLUME presentano ASPETTANDO I BARBARI, oggi su Rockit il nuovo singolo La Cena, in streaming
MASSIMO VOLUME
Presentano:
ASPETTANDO I BARBARI
Etichetta La Tempesta Dischi
Data di uscita: 1 ottobre
LEGGI QUI I TESTI DEL NUOVO DISCO
http://www.lunatik-ftp.it/dati/PDF/MV/testi_aspettando_i_barbari.rar
Oggi qui, su Rockit, il nuovo singolo LaCena in streaming:
http://www.rockit.it/massimo-volume-singolo-cena-testi/content.php
Prodotto da Massimo Volume e Marco Caldera.
Registrato da Marco Caldera tra il novembre 2012 e il maggio 2013 presso il Red Carpet Studio di Brescia, il Massimo Volume Home Studio e il Vacuum Studio di Bologna (assistente di studio Bruno Germano) e da Stefano Pilia presso il Blind Sun Crows Studio di Bologna. Mixato da Marco Caldera nel giugno 2013 presso il Red Carpet Studio di Brescia (assistente di studio Lorenzo Caperchi).
Masterizzato da Giovanni Versari presso La Maestà Mastering di Tredozio (FC)
INTRODUZIONE AL DISCO
Due sorelle si abbracciano in quello che una volta si sarebbe definito un interno borghese. Una ha il capo riverso sulla spalla dell’altra, gli occhi chiusi, l’atteggiamento di totale abbandono. La sorella la tiene stretta a sé, protettiva. Ha lo sguardo vigile, come se fosse stata attratta di colpo da un rumore, da qualcosa che fra un attimo spezzerà l’intimità della scena.
Aspettando i barbari si riflette bene nel quadro di copertina di Ryan Mendoza. Lo sguardo privato di brani come La cena, La notte, Silvia Camagni, Da dove sono stato pare invaso da un’inquietudine incombente, che porta con sé echi di guerra e di distruzione e che si impone in tutta la sua durezza in Compound, Aspettando i barbari e Il nemico avanza, mentre oltre le imposte della stanza si agitano i fantasmi di Buckminster Fuller e di Vic Chesnutt, di John Cage e di Danilo Dolci, a ricordarci che il mondo è utopia e possibilità, il sale della vita.
Musicalmente una svolta netta rispetto al suono caldo, rigidamente analogico di Cattive abitudini. La trama elettrica si infittisce adesso di venature elettroniche, le ritmiche si sovrappongono, a dipingere un paesaggio pietroso, dagli spigoli netti e i confini incerti.
Il risultato è un disco duro, compatto, volutamente autarchico, calato con forza nell'ambiguità del presente.