FolkClub Torino - ANNULLATO Gabriele Coen Trio, sabato 21 ottobre. In collaborazione con la Comunità Ebraica di Torino
FolkClub XXXV Stagione - ANNULLATO Gabriele Coen Trio, sabato 21 ottobre e lo stage di domenica 22 ottobre . In merito al concerto previsto al FolkClub in data 21/10/23 del Gabriele Coen Trio, dedicato alla musica ebraica, yiddish e sefardita: i recenti, drammatici accadimenti in Medio Oriente hanno repentinamente creato, a livello internazionale, una situazione di allarme e tensione generalizzati, che aumentano e peggiorano di giorno in giorno. Alla luce di ciò, in pieno accordo con la Comunità Ebraica di Torino, il Centro Studi Ebraici e Gabriele Coen, FolkClub ha deciso di rimandare il concerto di sabato 21/10 a data da definirsi, presumibilmente nella primavera 2024 o comunque quando si tornerà ad un clima decisamente più sereno e disteso. Paolo Lucà
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annuncia:
FolkClub - XXXV Stagione
Prima Parte. Dal 6 ottobre al 21 dicembre 2023
Gabriele Coen Trio
Annullato il concerto sabato 21 ottobre e lo stage di domenica 22 ottobre 2023 Tra folk e jazz: musica klezmer e canzone yiddish - di Gabriele Coen
In merito al concerto previsto al FolkClub in data 21/10/23 del Gabriele Coen Trio, dedicato alla musica ebraica, yiddish e sefardita:
I recenti, drammatici accadimenti in Medio Oriente hanno repentinamente creato, a livello internazionale, una situazione di allarme e tensione generalizzati, che aumentano e peggiorano di giorno in giorno. Alla luce di ciò, in pieno accordo con la Comunità Ebraica di Torino, il Centro Studi Ebraici e Gabriele Coen, FolkClub ha deciso di rimandare il concerto di sabato 21/10 a data da definirsi, presumibilmente nella primavera 2024 o comunque quando si tornerà ad un clima decisamente più sereno e disteso.
Paolo Lucà
Sabato 21 Ottobre ore 21.30
Ingresso 20 €, ridotto Under 30 10 €, live streaming 5 €
Gabriele Coen Trio
In collaborazione con il Gruppo di Studi Ebraici e la Comunità Ebraica di Torino
Seguirà domenica 22 ottobre stage di musica Klezmer.
Gabriele Coen: sax soprano, clarinetto, Barbara Eramo: voce, Alessandro Gwis: pianoforte.
Il concerto è l'ultima tappa di un viaggio nella musica ebraica durato un anno e progettato da Alberto Jona e Sarah Kaminski per il Gruppo di Studi Ebraici e per la Comunità Ebraica di Torino.
Dopo molti progetti dedicati alla musica strumentale ebraica, Gabriele Coen torna sulle scene con un progetto vocale incentrato sull’ immediatezza espressiva delle canzoni ebraiche, canzoni yiddish provenienti dall’Europa Centro-orientale e canzoni sefardite, espressione delle varie comunità del Mediterraneo. L’universo linguistico e culturale yiddish si è naturalmente tradotto, nel corso dei secoli, in un vasto repertorio di canzoni. Musiche e testi intensi, dai mille sapori diversi, specchio fedele di un popolo errante, dei suoi sentimenti e delle sue vicissitudini. Canzoni d’amore, ninna nanne, lodi al Signore, canzoni d’osteria: il sacro e il profano, la malinconia e la gioia, l’ironia, l’umorismo e il senso del tragico convivono spesso all’interno dello stesso brano, riflettendo quelle che sono le caratteristiche portanti del popolo errante. La canzone yiddish si modella alle esigenze dei vari momenti storici conoscendo una stagione intensa di lotta e di grande impegno sociale in concomitanza della nascita dei movimenti operai alla fine dell’Ottocento. Con il montare dei pogrom nella Russia zarista e con l’avvento del Nazismo, la canzone di protesta sociale diventa canzone politica. Il canto diventa grido disperato, invocazione d’aiuto, stoica professione di fede. Nei ghetti di mezza Europa, e fin nei campi di concentramento, la canzone yiddish dà espressione alle sofferenze disumane dei condannati a morte, confortando, per quanto possibile, la sua gente. Sefarad è il termine ebraico che indica la penisola iberica, territorio nel quale si erano trasferite numerose comunità di ebrei fuggiti dalla Palestina in seguito alla distruzione del Secondo tempio, a opera dei Romani, nel 70 d.C. Dopo secoli di convivenza non sempre pacifica con la dominazione araba e con quella cristiana, la definitiva espulsione delle comunità ebraico-spagnole –avvenuta nel 1492 per mano dei sovrani cattolici– spinse queste popolazioni verso altri paesi dell’Europa occidentale (Olanda, Italia, Francia) e dell’intero bacino del Mediterraneo. Vennero così creati importanti stanziamenti in Marocco, Algeria, Tunisia, Libia e in tutti i territori dell’Impero Turco, in particolare in Grecia, in Egitto e nei paesi balcanici. Nell’esilio, gli ebrei sefarditi conservarono le loro tradizioni, la lingua spagnola e la musica, ma seppero anche fondere la loro cultura con quella delle società nelle quali si insediarono. La musica sefardita è dominio privilegiato di un carattere transnazionale in cui si è riversata la particolare attitudine a combinare la specificità degli elementi musicali ebraici con gli emisferi sonori del mondo arabo e della musica rinascimentale europea.
Gabriele Coen. Sassofonista, clarinettista, compositore, didatta, Coen si dedica da trenta anni all’incontro tra jazz e musica etnica, in particolare mediterranea e est-europea. Già fondatore dei KlezRoym -nota formazione italiana dedita alla riattualizzazione del patrimonio musicale ebraico- con cui ha inciso 6 dischi per l'etichetta CNI, nel 2001 ha dato vita al gruppo Gabriele Coen Atlante Sonoro, con cui fonde linguaggio jazzistico e musica etnica. Nel 2005 inizia la sua attività con il progetto Jewish Experience, con cui ha inciso quattro lavori di cui due per la prestigiosa etichetta newyorchese di John Zorn, la Tzadik Records. Come compositore e interprete ha realizzato insieme a Mario Rivera diverse colonne sonore per il cinema tra cui “Notturno Bus” (2007) di Davide Marengo, “Scontro di civiltà per un ascensore a Piazza Vittorio” (2010) di Isotta Toso e “Tornare” (2020) di Cristina Comencini. Nel 2013 ha fondato un nuovo quintetto a suo nome con cui, dopo gli omaggi a Kurt Weill e John Zorn, propone un originalissimo omaggio a Leonard Bernstein. Per Parco della Musica Records, a giugno 2017 pubblica “Sephirot. Kabbalah in Music” dove Coen dirige il suo nuovo sestetto tra elettricità e spiritualismo. Sempre per la stessa etichetta, a gennaio 2020 esce il CD “Leonard Bernstein Tribute”, con Benny Penazzi, Alessandro Gwis, Danilo Gallo e Zeno de Rossi. A gennaio 2023 è stato pubblicato il loro nuovo lavoro discografico “Sephardic Beat”.
Domenica 22 ottobre 2023 – Stage dalle ore 10 alle ore 13
Tra folk e jazz: musica klezmer e canzone yiddish - di Gabriele Coen
Il klezmer, l'antica musica delle comunità ebraiche dell'Europa orientale sta vivendo negli ultimi trenta anni, insieme a tutta la cultura yiddish, una nuova grande riscoperta in America e in Europa. La musica klezmer (dall'ebraico kley e zemer, ossia strumento per il canto) si è nutrito nel corso dei secoli, dei linguaggi e delle culture dei diversi paesi che ospitavano comunità ebraiche: le tradizioni musicali di Polonia, Romania, Russia e Ucraina rivivono in questa musica coniugate da una espressività e una religiosità tipicamente ebraiche. Musica profana, il klezmer è il prodotto di una società fortemente religiosa e trae la propria linfa vitale dai rumori della strada come dal canto della sinagoga. Lo studio di questi repertori è dunque un’occasione imperdibile per venire a contatto con universi culturali e musicali che ci circondano e che meritano di essere approfonditi. Il laboratorio ha inoltre alcuni obiettivi didattici fondamentali tra cui la familiarizzazione con una musica essenzialmente di tradizione orale, l’opportunità di imparare a suonare insieme ad altri strumenti con tutti i problemi che un’esperienza di questo tipo comporta (intonazione, coscienza timbrica, senso del ritmo, disciplina). Il laboratorio prevede anche la possibilità di confrontarsi con il linguaggio dell’improvvisazione, principalmente modale, facendo tesoro del bagaglio jazzistico, ma anche etnico.
Durante il seminario verranno affrontati cinque brani tipici di questo repertorio, dai brani tradizionali fino alla nuova musica ebraica di John Zorn (senza tralasciare peraltro qualche brano di musica sefardita (repertorio ebraico-spagnolo), approfondendo inoltre gli stili improvvisativi più coerenti nei confronti di questa musica.
L’incontro è aperto ad ogni genere di strumentista e cantante ma anche a semplici uditori. È richiesta una discreta capacità di lettura e una tecnica di base sul proprio strumento (almeno tre anni di studio). Agli iscritti verranno inviati in anticipo gli spartiti che verranno suonati durante l’incontro.
FolkClub, Via Perrone 3 bis Torino
Informazioni e prenotazioni:
www.folkclub.it - +39 011 192.15.162
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