BOCEPHUS KING dall' Infinito di Leopardi a Autogrill di Guccini - Domani al Folk Club di Torino

BOCEPHUS KING dall' Infinito di Leopardi a Autogrill di Guccini - Domani al Folk Club di Torino

Adfarmchicas per Folk Club Torino

presenta:

MERCOLEDI’ 24 FEBBRAIO

ore 21.30

BOCEPHUS KING (Francia) & ORCHESTRA FAMILIA

Il dominatore assoluto del Tenco 2015, con l’anteprima del nuovo progetto The Infinite and the Autogrill

folk / Euro 15,00  

Mercoledì 24 febbraio il cantautore Bocephus King presenterà in anteprima il suo progetto sui cantautori italiani nel tempio della canzone d’autore: il FolkClub di Torino. Eseguirà inedite traduzioni in inglese di Fabrizio De Andrè, Francesco Guccini, Francesco De Gregori, Bobo Rondelli, Ivan Graziani e Giacomo Leopardi.

Al FolkClub Bocephus King (voce e chitarre) con la Orchestra Familia nella stessa identica formazione dell’ottobre scorso al Tenco, ovvero Owen Bryce Connell (tastiere), Max Malavasi (batteria), Paolo Ercoli (dobro e lap steel) e Alice Marini (violino e voce).

Domani sera Bocephus King al Folk Club di Torino proporrà in anteprima Alice di Francesco De Gregori e un nuovo disco, doppio, uscito proprio in questi giorni, intitolato Saint Eunice, ispirato e dedicato a Nina Simone, dove alterna canzoni originali a cover facendosi accompagnare da una band formata da musicisti internazionali conosciuti in un locale chai di Vancouver della quale fa parte anche un monaco Tibetano.  

INFORMAZIONI PER IL PUBBLICO :

Prenotazioni tel 011537636 - www.folkclub.it

E-mail Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.Ritiro biglietti presso il Folkclub, la sera del concerto

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Giacomo Leopardi insieme ai cantautori italiani? Eresia?

Al songwriter canadese Bocephus King sono sempre piaciute le sfide e ha deciso di tradurre in inglese e musicare l’Infinito di Leopardi, eseguendolo dal vivo nella cattedrale di Recanati, accompagnato da un violino e dall’antico organo a canne del ‘600. Ha cantato con gli occhi chiusi e a piedi scalzi davanti alla Contessa Olimpia Leopardi e agli amministratori del Comune di Recanati.

E quando gli è stato chiesto come gli fosse venuta questa idea ha risposto: “Giacomo Leopardi è una rockstar. È la prima rockstar d’Italia. Siamo abituati a pensarlo solo sui libri di studio ma lui prima di tutto è una stella autentica. È impossibile che i cantautori come Fabrizio De Andrè e Francesco De Gregori non siano stati influenzati da Leopardi”.

E così anche Leopardi farà parte di un ambizioso progetto di traduzioni che si concretizzerà presto in un disco che sarà intitolato “The Infinite and The Autogrill”.

“L’Infinito e l’Autogrill – prosegue Bocephus King – C’è tutta la poesia dell’Italia in questo titolo. L’immenso, la Bellezza e i dettagli. Sono innamorato della Cultura italiana, qualunque cosa facciate in questo paese la fate meglio di chiunque altro. La cucina, la moda, il cinema. Per me è un grande onore poter lavorare su queste canzoni meravigliose e portarle in giro per il mondo”.

Bocephus King ha dato un primo assaggio di questo progetto lo scorso ottobre al Premio Tenco di Sanremo omaggiando Francesco Guccini con una commovente interpretazione in inglese di Autogrill. Al cantautore canadese viene concesso l’unico bis dell’intera rassegna ed è il vero mattatore del Premio Tenco, su e giù dal palco, nel dopo Festival al Casinò, perfino in un concerto improvvisato nel quartiere della Pigna poche ore prima della sua esibizione sul palco dell’Ariston.

Proprio a Sanremo Jamie (questo il suo vero nome) è tornato nel febbraio del 2016 per rappresentare il Club Tenco durante il Festival di Sanremo proponendo in anteprima la traduzione di Creuza de Ma di Fabrizio De Andrè. “Ho scelto Creuza de Ma perché è un capolavoro assoluto che avevo conosciuto tanti anni fa tramite David Byrne. Mi rendo conto di quanto sia difficile tradurre questa canzone in inglese, ci sono dettagli e particolari che nemmeno esistono da noi. Come una creuza… Ma d’altronde per quanto tu possa tradurre il nasello o branzino con sea bas e in qualunque modo cercheranno di cucinartelo in un’altra parte del mondo, non avrà mai lo stesso sapore che ha qui. Quello che mi interessa è portare alla gente questi profumi e questi sapori che mi hanno rapito”.

Bocephus King non è mai fermo, continua a viaggiare e lasciarsi contaminare da ogni paesaggio, libro, film, musicista e persona che incontra.

Il canadese Bocephus King è uno straordinario e poliedrico songwriter. Difficile catalogarlo in un genere specifico, anzi impossibile. Country, blues, soul, vaudeville, swing, burlesque, motown, roots, King si muove tra tutti questi generi senza incarnarne veramente nessuno, ma traendo da ognuno di essi ciò che meglio si armonizza con la sua sensibilità di artista originale e indipendente. Il suo odio dichiarato per il “music business”, che ha bisogno di incasellare ogni artista in un genere per renderlo un prodotto appetibile a un target di mercato, gli ha chiuso molte porte, confinandolo a un apprezzamento di nicchia, per pochi eletti, ma lo ha mantenuto vero, genuino, incorruttibile.

Il suo primo e perduto (è oggi introvabile) disco Joco Music risale al 1996, è tirato in pochissime copie, quante bastano però a imporlo all’attenzione di uno dei sancta sanctorum della musica americana: Austin. Viene così chiamato in Texas dalla New West Records, con la quale pubblica nel ’98 A small good thing. Numerosi critici, in tutti gli Stati Uniti, lo collocano tra i 10 migliori dischi dell’anno. Il successivo Blue sickness (2000), contiene sonorità più cupe ...più Motown che cow town... commenta un critico, e ottiene un buon successo, venendo recensito su Billboard e Mojo. È il disco che gli apre le porte dell’Europa, dove è spesso in tour, viene apprezzato più che oltreoceano, e Buscadero gli dedica una copertina. I continui tour e la nascita di una figlia lo tengono lontano dello studio di registrazione fino al 2004, quando esce All Children believe in heaven. Un cd dedicato alla memoria di alcuni eroi di Jamie, come Montgomery Clift, Henry Miller, Jack Kerouac. Il disco rilancia l’attività live di King, ed è definito da Fast Forward “paradisiaco”. Segue un periodo di inattività, durante il quale Bocephus King è alle prese con alcuni problemi personali, risolti i quali torna on the road nel 2011, in occasione dell’uscita del suo straordinario quinto disco Willie Dixon God Damn!, seguito nel 2014 dalla raccolta Amarcord e nel 2015 da Illusion of permanence.”.

…c’è stata una botta di adrenalina vera e propria con il cantautore rock canadese Bocephus King. La sua grinta è stata meravigliosamente concentrata nella versione inglese di Autogrill. Un gioiello gucciniano che lui ha saputo traslare nel testo ma anche nella musica, lasciando però intatta l’intenzione autorale. Bocephus King sul palco del Tenco ha fatto brillare Autogrill di una luce persino nuova. Merito della scrittura di Guccini, certo, ma anche del travolgente modo di intendere la canzone d’autore da parte del suo esecutore. Il miglior momento del Tenco 2015. E al canadese è stato concesso l’unico bis… (Paolo Talanca – Il Fatto Quotidiano)

…la più originale rilettura appartiene però all’Autogrill del cantautore canadese Bocephus King; il suo set è stata adrenalina pura, scossa per tutta la platea: una forza della natura, tra l’altro instancabile anche nell’aftershow… (Elisabetta Malantrucco – RAI)

…Bocephus King è uno storyteller coi fiocchi e uno scalpitante rocker. Un mostro di simpatia, che gira scalzo, bacia tutti indifferentemente, ravviva con brani rock delle origini le “adunate” del dopo Tenco (…). In più, con forza arcana, rilegge in inglese Autogrill ed è un bel gradire… (Massimo Pirotta – Mucchio Selvaggio)

…brioso – per non dire incontenibile – il canadese Bocephus King in una versione english di Autogrill… (Alberto Bazzurro – L’Isola che non c’era)

 

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