King Gizzard & the Lizard Wizard a ToDays Festival!

King Gizzard & the Lizard Wizard a ToDays Festival!

King Gizzard & the Lizard Wizard a ToDays Festival! I giovani talenti australiani sono una delle formazioni più ardite e imprevedibili in circolazione, gia' destinati a lasciare una traccia nel panorama musicale odierno, arrivano in Italia
per un’unica data al ToDays Festival: venerdì 24 Agosto a Torino, Spazio211 open air
 

Comcerto
presenta:

King Gizzard & the Lizard Wizard

I giovanissimi talenti australiani sono una delle formazioni più ardite e imprevedibili in circolazione, gia' destinati a lasciare una traccia nel panorama musicale odierno, arrivano in Italia per un’unica data al ToDays Festival

Venerdì 24 Agosto - Torino, ToDays
Spazio211 open air
Unica data italiana 
Parco Sempione, Via Cigna 211 – Torino
Biglietto: 25,00 € + d.p.

Prevendite attive su Ticketone – www.ticketone.it – ph: 892 101
e presso tutti i punti vendita autorizzati

Apertura porte: ore 18:00 / inizio concerti: ore 19
Biglietto singola giornata 24 Agosto (con accesso a sPAZIO211): 25,00 € + d.p.
Abbonamento 3 giorni (24, 25 e 26 Agosto con accesso a tutti i concerti): 80,00 € + d.p.

www.todaysfestival.com

Todays è un progetto della Città di Torino realizzato dalla Fondazione per la Cultura Torino

I King Gizzard & the Lizard Wizard arrivano in Italia in una unica data nazionale a TOdays festival.

Gli australiani King Gizzard sono una delle band piu prolifere del pianeta, una delle rare storie di successo rock degli ultimi anni: giovanissimi (poco meno che trentenni) e attivi solo dal 2010, hanno realizzato ben tredici album, dei quali cinque solo nell'ultimo anno, divenendo così da cult band a promessa mondiale del rock psichedelico.
Con un sound che fonde garage, freak folk, prog, surf, jazz fusion e heavy metal, la formazione, guidata dal polistrumentista Stu Mackienze, aveva promesso che nel 2017 avrebbe pubblicato cinque dischi in un anno e la promessa e stata mantenuta con la pubblicazione di “Flying Microtonal Banana”, “Murder of the Universe”, “Sketches of Brunswick East”, “Polygondwanaland” e, condiviso solo il 31 Dicembre, “Gumboot Soup”.
Se i loro album vengono osannati dalla critica, i loro energici live sono anche meglio, esplosivi, frenetici e grondanti di sudore, aprono la lista dei paragoni eccellenti, dagli alfieri del revival psichedelico Tame Impala, a dei novelli B-52 fermentati con yogurt acido, fino all'eclettismo dei Flaming Lips, adagiando definitivamente la psichedelia nelle braccia del lo-fi per dar vita a un nuovo archetipo di garage-psych-rock da era tecnologica.

La loro storia comincia nel 2010, quando i sette ragazzi abbattono le barriere territoriali e la distanza di 400 chilometri tra Anglesea e Deniliquin, che li pone su due poli dell’Australia, per dare vita a tutte le idee sviluppate durante i loro studi universitari a Melbourne. Stu Mackenzie, Joe Walker, Eric Moore, Ambrose Kenny-Smith, Lucas Skinner, Cook Craig e Michael Cavanagh mettono nel loro contenitore sonoro una quantità d’influenze musicali, destabilizzando il linguaggio psichedelico alla maniera di Frank Zappa: tre chitarre, un’armonica distorta, ritmi incalzanti e destrutturanti (due batteristi), testi che hanno il solo scopo di indurre il canto verso la rabbia e la grinta, e soprattutto tanto rock’n’roll:  ecco la formula dei KING GIZZARD & THE LIZARD WIZARD.
Dopo un paio di EP, nel 2012 arriva l’esordio con “12 Bar Bruise”, un album completamente autoprodotto. Ad un anno di distanza seguono anche “Eyes Like the Sky”, un gioiello di psichedelia in chiave western che rende omaggio alle atmosfere spaghetti-western, e “Float Along - Fill Your Lungs”, in cui chitare, sitar e shogaze rimandano al rock psichedelico piu classico.
Il 2014 e l’anno di “Oddments” e “I'm in Your Mind Fuzz”. La band non intende arrestarsi e nel 2015 pubblica “Quarters!” e “Paper Mache Dream Balloon”, rispettivamente la loro sesta e settima opera: mentre “Quarters!” trae ispirazione dalla jazz-fusion e dall'acid rock, il secondo e un «concept album senza concetto» registrato solo con strumenti acustici.
Nel 2016 la svolta. Nel mese di Aprile la band pubblica “Nonagon Infinity”, il loro primo album distribuito in tutto il mondo. Il disco, acclamato dalla critica - Pitchfork affermo che «uno dei piu oltraggiosi, esilaranti rock'n'roll in recente memoria» - fece ottenere alla band il suo primo Aria Award come Best Hard Rock Album.

Da qui la carica per intraprendere la loro nuova impresa: pubblicare cinque album in un anno.
Stu Mackenzie dichiara “Avevamo questa manciata di canzoni random. Non era affatto un'opera coesa. Cosi abbiamo pensato di dividerla e dividerla nuovamente, fino a che non e diventata cinque [album]. Abbiamo lavorato su “Nonagon Infinity” piuttosto intensamente nel 2015 e nel 2016. Eravamo vicini all'esaurimento, o almeno a torcerci il collo a vicenda. Ci siamo presi una pausa, e poi tutte queste idee di canzoni casuali e disparate sono uscite da quel vuoto di non registrazione. Quindi abbiamo lavorato su un intero album per volta”.
Il 2017 e stato sicuramente l’anno più prolifero per la band fino ad ora. A Febbraio esce il loro nono album in studio “Flying Microtonal Banana”, un esercizio di stile sulla musica micro tonale.  A soli quattro mesi di distanza esce “Murder Of The Universe”, «un concept album sulla fine di tutti i concetti», sull’apocalisse della razza umana e sul predominio dell’intelligenza artificiale, composto da tre capitoli: “The Tale Of The Altered Beast”, “The Lord Of Lightning vs Balrog” e “Han-Tyumi And The Murder Of The Universe”. 
Ad Agosto esce “Sketches of Brunswick East” (il titolo e un omaggio all’album di Miles Davis “Sketches Of Spain”), che si avvale della collaborazione dei Mild High Club, il collettivo jazz psichedelico di Chicago di Alex Brettin. A proposito dell’album Mackenzie dice: «forse rappresenta i maggiori cambiamenti che stanno avvenendo nel resto del mondo, e (questo e) il nostro tentativo di trovare la bellezza in un luogo che passiamo cosi tanto tempo».
A novembre esce “Polygondwanaland” e, infine, il 31 Dicembre “Gumboot Soup”. Il loro continuo cambiare genere e cambiare volto, dando aspettative sempre più alte e quello che li contraddistingue.
I King Gizzard sono tutto questo: bizzarri personaggi che sembrano usciti da storie contenute in riviste sci-fi del dopoguerra; condottieri alla conquista di un mirabile Medio Oriente sonoro, sperimentatori affascinanti.

Quella dei King Gizzard e un'esperienza unica in un contesto in cui la musica-con-lechitarre sembrava essere irrimediabilmente lontana dalle potenzialità ispiratrici che l'hanno resa, per decenni, la forza trainante del discorso musicale occidentale.E per fortuna che il rock e morto, ammazzato, sepolto... Pensate se fosse ancora alive and kicking!

“La band più pazza e imprevedibile in circolazione!” DE BASER
“La fine del mondo come non lo avevamo conosciuto!” IL MUCCHIO SELVAGGIO
“Band of the year!” CONSEQUENCE OF SOUND
“One of the hidden gems of this year’s Glastonbury festival!” NME
“King Gizzard sono una delle rare storie di successo rock degli ultimi anni!” NOISEY VICE

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